MOSTRA di AL FADHIL nello spazio ARTE-RIA

1) Biografia dell’artista
Al Fadhil nasce nel 1954 a Bassora ( Iraq).
Dal 1972 al 1977 studia all’Istituto di Belle Arti di Baghdad dopodiché si trasferisce in Italia e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove si diploma nel 1983.
Nel 1988 e nel 1990 rappresenta l’Iraq alla Biennale di Venezia ma è soprattutto nel 2003 che si fa notare, dove sempre nell’ambito della Biennale veneziana, realizza la performance “ I’m the Iraq Pavillon “ .
Nello stesso anno il grande critico Harald Szeemann lo include nella mostra di scultura all’aperto del Gambarogno G2003 dove anche qui realizza una performance.
Costruisce un piccolo forno e produce il pane, alimento simbolo dell’uomo.
Sempre nel 2003 un suo video è proiettato al Festival del film di Locarno.
Ma Fadhil non è solo un artista, è anche divulgatore artistico e culturale.
Dal 2010 Fadhil ha organizzato, nelle adiacenze del suo studio a Lugano, in via Lavizzari, con l’amico gallerista Michele Balmelli la mostra Arspolis, arte nella città . Si svolte 5 Edizioni della rassegna .
Inoltre Fadhil è membro attivo del comitato di Direzione di Visarte.

2) Il lavoro
Dopo gli anni giovanili nell’ambito di una pittura astratta con accenni simbolisti, l’arte di Fadhil evolve decisamente negli anni Novanta.
Grazie all’uso di nuovi media artistici come video, performances, ready-made, fotografia, installazione, l’artista indaga la realtà del proprio tempo affrontando tematiche politico-sociali come il rispetto dei Diritti umani, la guerra , la violenza, le relazioni tra Oriente e Occidente e l’ambiente. Chiaramente anche influenzato da ciò che accade nel suo paese d’origine.

3) La mostra
Negli ultimi due o tre anni Al Fadhil è tornato alla pittura.
I dipinti di questa mostra, dall’aspetto figurativo e paesaggistico, di primo acchito potrebbero evocare tranquille e piacevoli sensazioni di pace e serenità .
In questi paesaggi, con montagne immerse in atmosfere oniriche, incombono però inquietanti presenze, labirinti, bunker che alludono agli ostacoli affrontati dall’umanità nel corso della storia, in particolare nei processi di migrazione .
Comunque non sono gli elementi naturali che ostacolano, simbolicamente e fisicamente, il viaggio verso la libertà, la libertà di pensiero, di muoversi e alla ricerca della bellezza bensì costruzioni sociali e culturali , frutto dell’ego umano.
Una mostra che invita a riflettere sul significato più profondo di libertà e appartenenza e Fadhil, testimone del suo tempo, dà il suo contributo.

Daniele Cavallini, ottobre 2024.

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